Silvia Frangipane, cercate di essere voi stessi

Silvia Frangipane è una artista italiana, cantante, musicista e cantautrice.
Privilegia il francese per comunicare le proprie emozioni con la musica sia nella sua attività di interprete che in quella di cantautrice.
Da sempre amante di tutte le forme dello spettacolo dal canto al ballo, alla recitazione, ha al suo attivo concerti, musical, eventi pubblici di natura diversa.
Dal 2017 scrive i propri spettacoli, dei one-woman shows, nei quali canta accompagnata dal suo pianista e arrangiatore, Primiano Di Biase, con il quale ha creato
il Café de Paris Duo. “Sans Toi Avec Moi” è il suo primo album del quale ha composto le musiche e scritto i testi.

CMZ: Ciao Silvia, come è nata la scelta del titolo del tuo Ep ?
Silvia:
Ciao! Il titolo Sans toi avec moi (Senza te) è tratto dal ritornello di uno dei brani Rien à faire (Nulla da fare). È l’ultimo che ho scritto e composto e racchiude in sé tutti gli aspetti che ho trattato singolarmente negli altri brani. In questo EP infatti ho voluto raccontare, con la musica e le parole, gli stati d’animo e le situazioni emozionali che sorgono nel tempo dopo la fine di un amore importante che aveva rappresentato un modo di essere e non solo di vivere. Per cui quando finisce una relazione così sincera e forte ci si sente soli anziché liberi, persi anziché feriti. Non c’è colpa, delusione o rabbia, solo rimpianto, ricordo e nostalgia. Insomma tutto quello che proviamo senza quella persona insieme a noi: Sans toi avec moi (Senza te). Sono sentimenti importanti che ci avvolgono con forza ed ho voluto guardarli in faccia senza fuggirli per essere in grado di comprenderli nella loro genesi, nel loro sviluppo e come tali accettarli nella loro ineluttabilità come espressioni diverse dello stesso amore.

CMZ: Che generi musicali possiamo ascoltare?
Silvia:
Direi ballad e valzer di sapore francese un po’ retró, con echi di jazz internazionale e di balli popolari. Tutto si fonde e si confonde in un suono morbido e struggente tra piano, contrabbasso, percussioni e fisarmonica che rincorrono ed avvolgono la voce come in un ballo senza fine. Il tutto con tre musicisti d’eccezione: Primiano Di Biase, che ha creato gli arrangiamenti, al piano e alla fisarmonica, Simone Talone alle percussioni e Renato Gattone al contrabbasso.

CMZ: Dal 2017 scrivi i propri spettacoli, dei one-woman shows ! A cosa è dovuta questa scelta ?
Silvia:
Questa è una domanda davvero complessa… forse non lo so neppure io. Alcuni anni fa ho sentito l’esigenza di costruire qualcosa di completamente mio nell’ambito dello spettacolo. Degli spettacoli dove canto come interprete brani selezionati dall’ampio repertorio del ‘900 francese e dove recito testi scritti da me, occupandomi anche dei costumi e della regia. Insomma raccontare e raccontarmi con l’obiettivo di emozionare e, perché no, far sorridere il pubblico. Insomma uno spettacolo che mi potesse rappresentare e che riuscisse ad arrivare al pubblico con la musica e con le parole in un modo profondo ma leggero, intimo ma delicato. La sfida è di avvolgerlo e coinvolgerlo emotivamente sia con la musica che con i testi. Spesso assistiamo a magnifici concerti che ci affascinano per il suono o a spettacoli teatrali dal testo profondo. Il connubio non è molto studiato. Su questo connubio ho cercato di lavorare.

CMZ: Elencateci cinque artisti o bands che hanno influenzato il tuo sound !
Silvia:
La mia musica è sicuramente influenzata dalla musica francese della metà del‘900. Tre sono gli autori di riferimento: Jacques Brel (in realtà belga ma considerato a tutti gli effetti un cantautore francese), Léo Ferré, e George Brassens. Sono tre autori dove la musica è sempre molto legata ai testi. Difficile scindere le due emozioni. È morbida, melanconica ed avvolgente ed inoltre la voce gioca un ruolo importante con la musica. Per questo stesso motivo ho altri due riferimenti in Italia: Paolo Conte e Riccardo Cocciante. Conte ottiene la fusione tra testo e musica con ironia e nostalgia che controlla con maestria sorniona e malinconica. Cocciante lo fa con energia emotiva unica e i suoi brani sono come un fiume in piena.

CMZ: Chi è Primiano Di Biase ?
Silvia:
Quando ho deciso nel 2016 di fare a teatro questi spettacoli e stavo scrivendo il primo copione, avevo bisogno di un musicista, un pianista in particolare, che volesse condividere con me questo progetto e creare un vero duo. Ho quindi cercato di conoscere personalmente più musicisti e sono andata ai loro concerti. Primiano Di Biase si è subito rivelato nella sua unicità e così è nata una collaborazione, sicuramente insolita ed originale, ma efficace, divertente e rispettosa. Primiano Di Biase è un grandissimo musicista, un fuoriclasse dalla musicalità e sensibilità eccezionali. Pianista, fisarmonicista, hammondista, arrangiatore, compositore. Abbiamo creato per questi miei spettacoli un vero sodalizio artistico: io con la mia voce e i miei testi, lui con il suo piano ed i suoi arrangiamenti. Poi quando ho composto la musica e scritto le parole di questo mio album è stato naturale condividere con lui la mia creazione e lui è l’arrangiatore di tutti i brani dell’EP. Ed è stato lui che dopo il primo brano che gli avevo mandato mi disse al telefono, di corsa e sicuramente senza pensarci troppo, che avrei potuto scriverne altri. Lui non avrà fatto caso a quella frase, ma per me è stata un grande incoraggiamento. E così ho scritto gli altri brani. Sono felice e orgogliosa di avere al mio fianco un musicista del suo livello che ora è anche un amico.

CMZ: Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale.
Silvia:
Io faccio parte di una generazione cresciuta con la radio, le cassette, poi i CD, e i concerti live. Non riesco in modo disinvolto ad entrare completamente in questo mondo, lo temo un po’ e non lo sento davvero mio. È una limitazione enorme che può bloccare anche la diffusione della mia musica, ma temo sia insita in una generazione come la mia che ha vissuto questo cambiamento epocale dopo l’adolescenza quando i modelli e i punti di riferimento artistici si erano già formati.

CMZ: Dunque secondo te la lingua Francese è più “romantica” rispetto a quella Italiana ?
Silvia:
Assolutamente no. La mia scelta linguistica non è razionale ma musicale ed emotiva. Ho passato un anno della mia adolescenza a Parigi e là la mia sensibilità emotiva si è sviluppata contestualmente all’apprendimento matto e disperatissimo, come direbbe Leopardi, di quella lingua che non conoscevo e che mi ha affascinato. E lì ho ascoltato ed interiorizzato emotivamente la musicalità francese con tanti vinili del ‘900 da Piaf a Montand, a Brel, a Trenet.

CMZ: Lascia un consiglio a chi vuole intraprendere la strada della musica !
Silvia:
L’unica cosa che mi sento di dire è di cercare di essere sé stessi. L’autenticità alla fine sono convinta che paghi sempre.

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